Sex Work

Ho ammesso nella mia biografia Facebook di aver preso in considerazione il diventare una sex worker. Non l'ho fatto per diversi motivi (il principale è che il mio aspetto non mi avrebbe fatto guadagnare abbastanza), ma una decisione del genere segna comunque la vita.

Intanto, devo essere solidale con le colleghe ed i colleghi che in tutto il mondo lottano per la decriminalizzazione, e contro chi li vuole sfruttare; devo ricordare la differenza tra il sex work (non sempre è come ce lo si aspetta, ma viene abbracciato e lasciato per scelta) e la tratta di esseri umani (in cui non si può proprio scegliere), ed aggiungere ai motivi di astio nei confronti di Salvini un progetto di riapertura delle case chiuse che farebbe dello stato il superpappone anziché liberare i/le sex workers da chi li/le sfrutta e ne abusa.

Se il minimo sindacale per i/le sex workers è la legislazione della Nuova Zelanda, è significativo che Salvini proponga invece il modello austriaco, che consente alle autorità locali di vietare l'esercizio legale della prostituzione nel loro territorio.

Questo fa contenti i bigotti, ma crea effetti simili all'obiezione di coscienza alla legge 194, ed alla proibizione di vendere cannabis - non tutti migrano dai territori in cui è proibito in quelli in cui è lecito, e cercano fornitori clandestini di sesso, aborti, cannabis.

Ed il cliente non ci rimette, ma ci guadagna, perché può ricattare il/la sex worker che esercita in aree proibite, tantopiù che lo stigma colpisce più chi vende la prestazione di chi la compra; non ha altrettanto potere sul "cucchiaio d'oro" la donna che cerca di abortire, perché dallo stigma è più colpita lei.

La conseguenza più importante è che si deve separare il sesso dal sentimento se si vuol fare questo lavoro, e questo mi ha imposto di cambiare sistema di valori.

E mi trovo ora d'accordo con chi dice che non esiste il sesso gratuito: c'è chi espone i preziosi in vetrina mettendo bene in vista anche il cartellino del prezzo, e chi li espone col cartellino girato, per cui lo puoi leggere solo dopo ... che ti ha fatto entrare nel negozio.


Raffaele Yona Ladu
Ebre* umanista gendervague
Soci* di Autistic Self Advocacy Network

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