Microbiografia

Nacqui nel 1962, e mi scoprìi Aspie in modo molto strano: è più facile trovare appartenenti ad una “minoranza sessuale” tra le persone Asperger che tra i neurotipici, e non sappiamo ancora il perché. Nel mio caso, sono di “genere non conforme” – ho una sensibilità quasi femminea, ogni tanto fantastico di essere una donna anziché un uomo, e scrivo racconti (per adulti) in cui la protagonista è una donna trans – che viveva da uomo prima di adeguare parzialmente il suo corpo alla sua anima.


Leggendo in Internet, scoprii che persone simili a me (dette “genderqueer”) spesso meritano una diagnosi di Sindrome di Asperger (ed in questo caso sono dette “gendervague”), e feci un test introduttivo, che mi convinse ad entrare in contatto con la psicologa Mireya Moyano, che confermò che ero della “tribù”; successiva conferma me l’ha data lo psichiatra Leonardo Zoccante.


La mia infanzia è stata abbastanza tipica – isolamento sociale e bullismo, favorito anche da una grande ingenuità che talvolta si rovescia in paranoia. Il rendimento scolastico invece è stato diseguale – non tutti hanno la forza di continuare a studiare subendo attacchi di ogni genere. Penso che anche i miei genitori fossero Asperger, ed ho imparato da loro che gli uomini Asperger sono molto più anticonformisti delle donne Asperger – causando spesso serie incomprensioni tra madri e figli con la medesima sindrome, ed anche tra mariti e mogli.


Come molti Aspie, ho sposato un’Aspergirl, anche lei appartenente ad una minoranza sessuale. Insieme abbiamo fondato e dirigiamo “Lieviti”, un circolo Arcigay di/per le persone bisessuali (che cioè amano le persone di più di un sesso e/o genere).


I miei interessi speciali sono molteplici – tra essi ci sono la teologia (studio ora alla Facoltà Valdese di Teologia – ma non sono valdese ed i miei insegnanti mi hanno voluto lo stesso) e la sessuologia (sono laureato in Psicologia Generale e Sperimentale); programmo in un’azienda di software (P4Cards, del gruppo SIA), ed una volta in pensione spero di diventare uno psicoterapeuta junghiano.


Può sembrare strana questa scelta, visto che io sono ebreo e Carl Gustav Jung un antisemita, ma Jung seppe far emergere idee molto interessanti anche dal punto di vista ebraico – alcune delle quali, purtroppo, rubate alla sua prima paziente, l’ebrea russa Sabina Spielrein, che sarebbe divenuta poi psicoanalista, ed avrebbe influenzato anche Sigmund Freud, Melanie Klein, Jean Piaget, Lev Vygotskij (di loro, solo Freud onorò in parte i debiti intellettuali verso di lei).


Mi auguro di saper andare oltre i limiti di Jung e rendere giustizia a persone come la Spielrein.


Raffaele Yona Ladu
Ebreo umanista gendervague
Socio di Autistic Self-Advocacy Network

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