Quando il Vangelo accompagna il Talmud

Qui affronto un argomento difficile, e spero di non sbagliare troppo.

Le citazioni bibliche vengono da La Nuova Riveduta [la traduzione di riferimento della chiesa valdese], così come riportata nel sito LaParola.Net; quelle rabbiniche dal sito Sefaria.Org.

Non oso ritradurre dall'inglese in italiano i passi rabbinici; in particolare, leggendo i brani del Talmud, va ricordato che le parole in grassetto corrispondono all'originale semitico (ebraico od aramaico), quelle in carattere tondo sono le aggiunte e spiegazioni del curatore (anche i corsivi sono del curatore).

Se un uomo riceve la circoncisione di sabato affinché la legge di Mosè non sia violata, vi adirate voi contro di me perché in giorno di sabato ho guarito un uomo tutto intero?
e confrontiamolo con Talmud Shabbat 132a:
The Gemara raises an objection from that which was taught in the Tosefta: From where is it derived that saving a life overrides Shabbat? Rabbi Elazar ben Azarya says it is derived from the mitzva of circumcision: Just as circumcision, which pertains to only one of a person’s limbs, overrides Shabbat, all the more so it is an a fortiori inference that saving a life, which is a mitzva that pertains to the entire person, overrides Shabbat.
Come vedete, l'argomento è il medesimo: se di sabato si può e si deve eseguire la circoncisione, che riguarda una sola parte del corpo, sempre di sabato si può e si deve fare una cosa che riguarda tutto il corpo, ovvero salvare una vita (Elazar ben Azarya) od anche guarire (Gesù).

Può sembrare strano il legame tra il circoncidere ed il salvare una vita, ma, osserva la Prof..ssa Nina L. Collins nel suo libro Jesus, the Sabbath and the Jewish Debate. Healing on the Sabbath in the 1st and 2nd Centuries CE (ne riparleremo) a pagina 161, l'argomento di Rabbi Elazar Ben Azarya viene riportato in modo più completo in Tosefta Shabbat 15.16, ovvero viene ricordato che Genesi 17:14 dice:
L'incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto».
Ciò che qui è reso con "tolto via dalla sua gente" è la pena del karet, ovvero dell'essere esclusi dal popolo ebraico, e dell'essere passibili di morte prematura per mano di Dio. Quindi, ritardare una circoncisione significa mettere il bimbo in pericolo di vita (e non solo lui: leggete quello che accade a Mosè in Esodo 4:24-26), ed eseguire la circoncisione a tempo debito significa salvarlo.

[Ovviamente, l'infante incirconciso è incolpevole, ma se non rimedia a ciò non appena diventa Bar Mitzwah, se ne rende conto e ne ha la possibilità concreta, allora sì che diventa passibile di karet]. 

Rabbi Elazar Ben Azarya visse all'incirca tra il 70 ed il 135 EV, quindi è un contemporaneo della redazione del Vangelo secondo Giovanni - epoca in cui a quanto pare il principio (attestato anche altrove nella letteratura rabbinica) era già consolidato, e Gesù può rinfacciarlo ai farisei.

Mi permetto di aggiungere altre considerazioni, cominciando da Talmud Shabbat 130a:
And furthermore, Rabbi Eliezer said with regard to this issue: One may even cut down trees to prepare charcoal in order to fashion iron tools for the purpose of circumcision. 
Rabbi Eliezer’s approach was not universally accepted, and a principle was stated by Rabbi Akiva: Any prohibited labor that can be performed on Shabbat eve does not override Shabbat, including transporting the circumcision scalpel. However, any prohibited labor involved in the mitzva of circumcision itself that cannot be performed on Shabbat eve overrides Shabbat.
Rabbi Eliezer [non è lo stesso Rabbi Elazar ben Azarya citato prima] dice molte cose interessanti, ma si trova spesso in minoranza, e verrà infine scomunicato per una cosa che non ha niente a che fare con il sabato [vedi Talmud Bava Metzia 59b].

In questo caso, lui propone di autorizzare di sabato non solo la circoncisione stessa, ma tutti i preparativi ad essa, compreso l'abbattere gli alberi per preparare la carbonella per forgiare i ferri del circoncisore (!); è una posizione estrema, ma Rabbi Akiva gli risponde tranquillamente che non è il caso di autorizzare di sabato quello che si può fare di venerdì, ed i colleghi gli danno ragione: di sabato si fa solo quello che proprio quel giorno si deve fare.

Pertanto non si fabbricano i bisturi di sabato e non si trasportano nemmeno [c'è la scappatoia per gli smemorati che dimenticherebbero a casa anche la testa], e di sabato si procede solo alla circoncisione vera e propria, se per quel bambino il sabato è il giorno giusto.

Un problema simile lo pone il Vangelo secondo Matteo 12:5:
O non avete letto nella legge che ogni sabato i sacerdoti nel tempio violano il sabato e non ne sono colpevoli?
Il Talmud Shabbat, a cavallo tra i fogli 132a e 132b, si esprime in modo meno diretto, ma comunque chiaro:
[Talmud Shabbat 132a]
Rather, we can explain that this is what he is saying: “On the eighth day he shall be circumcised” applies even on Shabbat. And how do I fulfill: “He who desecrates it shall surely die”? That is referring to the other prohibited labors besides circumcision; however, circumcision overrides Shabbat. 
What is the reason for this? It is derived by means of an a fortiori inference: Just as leprosy, which overrides the Temple service, as a priest who is a leper may not serve in the Temple and it is prohibited to cut off the symptoms of leprosy,
[Talmud Shabbat 132b
and the Temple service overrides Shabbat, as Shabbat offerings are sacrificed at their appointed time, and nevertheless circumcision overrides leprosy, i.e., if there were symptoms of leprosy on the foreskin of the baby, one circumcises the child even though he thereby violates the prohibition to cut off symptoms of leprosy; therefore, with regard to Shabbat, which is overridden by the Temple service, is it not logical that circumcision, which is so stringent that it overrides leprosy, overrides Shabbat as well? This was the tanna’s reasoning at the outset.
Qui c'è un "sorite", ovvero una catena di ragionamenti:
  1. di sabato non si può lavorare;
  2. ma i sacrifici prescritti di sabato prevalgono sul riposo sabbatico;
  3. ma se un sacerdote ha la "lebbra" [Levitico 13:1-46], non può compiere i sacrifici, ed è vietato pure rimuovere le piaghe della "lebbra";
  4. ma se il bimbo avesse la piaga della "lebbra" proprio sul prepuzio, lo si circonciderebbe anche a costo di rimuoverla.
[Scrivo "lebbra" tra virgolette perché gli esegeti cristiani dubitano assai che il morbo di Hansen, ovvero la lebbra vera e propria, fosse presente in Israele/Palestina in epoca biblica, ed uno di loro, il compianto Luis Alonso Schökel, consigliava di tradurre la parola ebraica "tza'arat" con "dermatosi", a scanso di equivoci. I commentatori ebrei sono anche più radicali: per loro una patologia con i segni descritti nella Bibbia non esiste, e la "tza'arat" indica un'affezione spirituale, non medica. Non ho motivo di dissentire]. 

Il risultato che conta per i rabbini è che la circoncisione prevale sul riposo sabbatico, quello che conta per noi ora è che una cosa prescritta di sabato (come il culto sacrificale) prevale sul riposo del sabato.


Sia Gesù che i rabbini amano ricordare quello che chiamo il principio del "momento giusto, anche se di sabato" - e qual è il momento giusto per soccorrere chi è in pericolo di vita? Non appena ce se ne accorge - non lo si fa aspettare fino a domenica!

Non so se altri hanno fatto il mio stesso ragionamento, ma mi pare fondato; e quanto grave dev'essere il pericolo?

Il Talmud Shabbat, a cavallo tra i fogli 128b e 129a, dice:
[Talmud Shabbat 128b
Rav Yehuda said that Shmuel said: With regard to a woman in childbirth, as long as the womb is open, whether she said: I need Shabbat to be desecrated, or whether she did not say: I need Shabbat to be desecrated, one desecrates Shabbat for her. Generally, a woman in childbirth is in danger, and prohibited labors may be performed in life-threatening circumstances. 
Once the womb closed after birth, whether the woman who gave birth said:
[Talmud Shabbat 129a]
I need Shabbat to be desecrated, or whether she did not say: I need Shabbat to be desecrated, one does not desecrate Shabbat for her.
That is how Rav Ashi taught it. This is how Mar Zutra taught it: Rav Yehuda said that Shmuel said: With regard to a woman in childbirth, as long as the womb is open, whether she said: I need Shabbat to be desecrated, or whether she did not say: I need Shabbat to be desecrated, one desecrates Shabbat for her. Once the womb closed after birth, if she said: I need Shabbat to be desecrated, one desecrates Shabbat for her. If she did not say: I need Shabbat to be desecrated, and all the more so if she said: I do not need Shabbat to be desecrated, one does not desecrate Shabbat for her. 
Ravina said to Mareimar: Since Mar Zutra teaches leniently, and Rav Ashi teaches stringently, in accordance with whose opinion is the halakha? Mareimar said to him: The halakha is in accordance with the opinion of Mar Zutra, based on the following principle: In cases of uncertainty concerning a life-threatening situation, the halakha is lenient.
Il brano parla di partorienti e puerpere, equiparate a chi è malato, ma il principio è di portata generale: se c'è incertezza su una situazione che mette una vita in pericolo, si interpreta l'halakha [legge religiosa] nel modo più permissivo possibile.

Quindi, non c'è bisogno di provare la rischiosità della situazione - basta il dubbio che ci sia pericolo; però i numerosi contrasti di Gesù con i farisei mostrano che, mentre questi ultimi cercano di non concedere troppe licenze per lavori proibiti di sabato, per paura che esse finiscano con lo svuotarlo, Gesù non ha questa preoccupazione (Matteo 12:8 // Marco 2:28 // Luca 6:5: "Perché il figlio dell'uomo è signore del sabato") e ritiene lecito intervenire anche in situazioni di grave disagio, quando il pericolo di vita è escluso.

Anche nel Talmud ci sono casi in cui si concedono facilitazioni a persone malate o che rischiano di ammalarsi, ma l'impressione che ne ho è che si cerchi di non farne delle regole generali.

Un caso che trovo interessante, anche se non sono osservante, è in Talmud Shabbat 140a:
The Gemara asks: For what purpose is soaked asafoetida prepared? The Gemara answers: As a cure for heaviness of the heart. One who feels a pain in his heart drinks asafoetida. The Gemara relates: Rav Aḥa bar Yosef felt heaviness in his heart. He came before Mar Ukva to ask his advice. Mar Ukva said to him: Go drink the weight of three shekels of asafoetida in three days. He went and drank on Thursday and Shabbat eve. In the morning, he went and asked in the study hall if he could drink it on Shabbat. They said to him: The Sage from the school of Rav Adda taught, and others say, that the Sage from the school of Mar bar Rav Adda taught: A person may drink asafoetida on Shabbat, even a kav or two kav, and he need not be concerned about the decree prohibiting medicine, because asafoetida is drunk by healthy people as well. 
Rav Aḥa bar Yosef said to them: With regard to drinking, I have no dilemma. When I raised a dilemma, it is with regard to soaking asafoetida; what is the halakha? Rav Ḥiyya bar Avin said to them: There was an incident that happened with me, and I came and asked that question to Rav Adda bar Ahava, and he did not have an answer for it. I came and asked Rav Huna, and he said that this is what Rav is saying: One may soak asafoetida in cold water and place it in the sun to warm it so it will be fit to drink. 
The Gemara asks: Was Rav’s ruling according to the opinion of the one who permitted soaking asafoetida in cold water? The Gemara answers: His ruling could be even according to the opinion of the one who prohibited doing so; this prohibition applies only when he had not drunk asafoetida at all; however, here, since he drank it on Thursday and on Shabbat eve, if he does not drink on Shabbat he would thereby be endangered. Therefore, he is permitted even to soak the asafoetida.
L'asafoetida veniva usata per il mal di cuore; in teoria non si dovrebbero prendere medicine di sabato, ma i rabbini qui ritengono che interrompere la cura nuocerebbe al paziente, e quindi dicono di continuarla anche di sabato. Posso perciò prendere le mie (troppe!) pillole tutti i giorni della settimana.

Una cosa che ho notato è che una volta Gesù ha curato di sabato una persona in pericolo di vita - in Luca 14:1-6:
1 Gesù entrò di sabato in casa di uno dei principali farisei per prendere cibo, ed essi lo stavano osservando, 
2 quando si presentò davanti a lui un idropico. 
3 Gesù prese a dire ai dottori della legge e ai farisei: «È lecito o no fare guarigioni in giorno di sabato?» Ma essi tacquero. 
4 Allora egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 
5 Poi disse loro: «Chi di voi, se gli cade nel pozzo un figlio o un bue, non lo tira subito fuori in giorno di sabato?» 
6 Ed essi non potevano risponder nulla in contrario.
Per quel poco che ne so (non sono un medico), l'"idropisia" [termine ormai obsoleto] è una forma di edema che è segno di grave disfunzione del cuore, o del fegato, o dei reni.

L'idropico del Vangelo rischiava veramente di morire, ed infatti i presenti questa volta tacciono anziché criticare Gesù - penso perché avevano capito la gravità della situazione, e se avessero potuto lo avrebbero guarito loro, e subito!

Un'amica di mia madre si era recata dalla dottora perché aveva la pancia gonfia senza sapere perché - la dottora le disse di chiamare un'ambulanza ed andare subito in ospedale, senza neppure passare da casa a prendere il pigiama. Qualche tempo dopo sarebbe morta di cancro al fegato.

Mi pare che qui Gesù mostri la sua "dynamis", più che la sua voglia di sfidare interpretazioni troppo restrittive della Legge - non stavano impedendo all'idropico di essere salvato.

27 Poi disse loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato
si trova anche nella letteratura rabbinica (Mekhilta d'Rabbi Yishmael 31:13):
R. Shimon b. Menassia says "And you shall keep the Sabbath, for it is holy to you" — Sabbath is given to you and you are not given (i.e., "surrendered") to the Sabbath.
Secondo me, il dissenso tra Gesù ed i farisei sull'osservanza del sabato non era irriducibile come si è spesso interpretato: Rabbi Eliezer proponeva cose ben più radicali, e non è stato scomunicato per quelle.

Gli argomenti di Gesù sono analoghi a quelli che si trovano nel Talmud, anche se i farisei cercano di limitare l'intervento medico alle situazioni di pericolo, e Gesù vuole allargarlo a quelle di disagio - e gli ebrei di oggi si trovano assai vicini alle posizioni di Gesù, pur rimanendo all'interno dell'halakha.

Chi usa gli stessi argomenti del proprio interlocutore cerca di dialogare con lui, non di sostituirlo; e pur non essendo certo una fonte normativa per gli ebrei, il Nuovo Testamento si rivela un'utile fonte storica sui dibattiti che poi sarebbero confluiti nella letteratura rabbinica.

Nel 2014 è uscito il libro Jesus, the Sabbath and the Jewish Debate. Healing on the Sabbath in the 1st and 2nd Centuries CENina L. Collins (disponibile anche su Amazon ed altre librerie online), la cui autrice, lettrice emerita all'Università di Leeds, sostiene che i farisei non avessero criticato Gesù per le sue guarigioni di sabato.

Mi pare una posizione estrema, ma ho deciso di acquistare il libro per approfondire.

Raffaele Yona Ladu
Ebre* umanista gendervague
Soci* di Autistic Self Advocacy Network

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