Chiamalo sonno
Non ho letto il romanzo Chiamalo
sonno di Henry Roth
– semplicemente il titolo italiano mi faceva comodo per introdurre un tropo che
si trova nella Bibbia ebraica, nel midrash e nelle Scritture
cristiane: è mai possibile che quando una rivelazione divina è imminente, chi
la deve ricevere dorma della grossa e lo si debba risvegliare per farlo partecipare?
Il caso che a me, ebreo, pare più evidente lo si trova in Shir Ha-Shirim
Rabba 1:12 – mi permetto di copiarvi la traduzione inglese, perché non
oso ritradurre in italiano:
Rabbi
Pinhas said in the name of Hoshaya: "While the king sat at his
table": while the King of kings, the Holy One, Blessed Be He, sat at the
heavens. He arrived early, as it is stated: (Exodus 19:16) "And it came to
pass on the third day, when it was morning." This is like a king who
decreed, "On such a day, I am going to enter the province." But the
people of the province slept all through the night, so that when the king
arrived and found them asleep, he set trumpets and horns to get them up. And
the minister of that province woke them up and took them to meet the king. And
the king walked before them, until he reached his palace. This is like the Holy
One, Blessed Be He, as it is written: (Ibid.) "And it came to pass on the
third day, when it was morning." And it written: (Ibid.) "For the
third day the Lord will come down in the sight of the people." Israel
slept all through the night, because the sleep of Shavuot is pleasant and the
night is short. Rabbi Yudan said: Not even a flea stung them. When the Holy
One, Blessed Be He, came and found them asleep, he started to get them up with
trumpets, as it is written: (Exodus 16:16) "And it came to pass on the
third day, when it was morning, that there were thunders and lightnings."
And Moses roused Israel and took them to meet the King of kings, the Holy One,
Blessed Be He, as it is written: (Exodus 19:17) "And Moses brought forth
the people [out of the camp] to meet God." And the Holy One, Blessed Be
He, went before them, until they reached Mount Sinai, as it is written: (Exodus
19:18): "Now mount Sinai was altogether on smoke." Rabbi Yitzkak
said: It was this for which He chided them through [the prophesy of] Isaiah. As
it is written: (Isaiah 50:2) "Wherefore, when I came, was there no man?
When I called, was there no answer? Is My hand shortened at all, that it cannot
redeem?"
Precisiamo: quel midrash,
secondo Sefaria
(vedi anche la
voce della Jewish Virtual Library),
non è antichissimo, in quanto, pur recependo materiali precedenti, è stato
probabilmente composto in Terra d’Israele/Palestina tra il 790 ed il 990 EV.
Però spiega bene quello che gli ebrei ritengono sia accaduto la notte prima
della Rivelazione, e che impone loro ogni anno di praticare il Tiqun
Leil Shavuot, ovvero stare svegli tutta la notte per leggere un’antologia
della Torah e di altre opere
rabbiniche e cabalistiche, in modo da rimediare (letaqen)
all’errore dei loro avi.
E sembra testimoniare un tropo molto antico, che si
rinviene per esempio nei racconti della notte del Getsemani (tutte le versioni
sono de La Nuova Riveduta, la traduzione di riferimento della Chiesa valdese,
così come riportata nel sito LaParola.Net – i link sono ad una sinossi delle varie versioni cristiane riportate
nel medesimo sito):
36
Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli:
«Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato».
37 E,
presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e
angosciato.
38
Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e
vegliate con me».
39 E, andato
un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi».
40 Poi
tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete
stati capaci di vegliare con me un'ora sola?
41
Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma
la carne è debole».
42 Di
nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è
possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta
la tua volontà».
43 E,
tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti.
44
Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le
medesime parole.
45 Poi
tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco,
l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori.
46
Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».
32 Poi
giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete
qui finché io abbia pregato».
33 Gesù
prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e cominciò a essere spaventato e
angosciato.
34 E
disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e
vegliate».
35
Andato un po' più avanti, si gettò a terra; e pregava che, se fosse possibile,
quell'ora passasse oltre da lui.
36 Diceva:
«Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però,
non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi».
37 Poi
venne, li trovò che dormivano e disse a Pietro: «Simone! Dormi? Non sei stato
capace di vegliare un'ora sola?
38 Vegliate
e pregate, per non cadere in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è
debole».
39 Di
nuovo andò e pregò, dicendo le medesime parole.
40 E,
tornato di nuovo, li trovò che dormivano perché gli occhi loro erano
appesantiti; e non sapevano che rispondergli.
41 Venne
la terza volta e disse loro: «Dormite pure, ormai, e riposatevi! Basta! L'ora è
venuta: ecco, il Figlio dell'uomo è consegnato nelle mani dei peccatori.
42
Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».
39 Poi,
uscito, andò, come al solito, al monte degli Ulivi; e anche i discepoli lo
seguirono.
40
Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate di non entrare in tentazione».
41 Egli
si staccò da loro circa un tiro di sasso e postosi in ginocchio pregava,
dicendo:
42
«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la
tua sia fatta».
43
Allora gli apparve un angelo dal cielo per rafforzarlo.
44 Ed
essendo in agonia, egli pregava ancor più intensamente; e il suo sudore diventò
come grosse gocce di sangue che cadevano in terra.
45 E,
dopo aver pregato, si alzò, andò dai discepoli e li trovò addormentati per la tristezza,
46 e
disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, affinché non entriate in
tentazione».
Il commentatore del sito LaParola.Net inserisce come passi
paralleli anche:
4 Il
SIGNORE scatenò un gran vento sul mare, e vi fu sul mare una tempesta così
forte che la nave era sul punto di sfasciarsi.
5 I
marinai ebbero paura e invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono a mare il
carico di bordo, per alleggerire la nave. Giona, invece, era sceso in fondo
alla nave, si era coricato e dormiva profondamente.
6 Il
capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai qui? Dormi? Àlzati, invoca il
tuo dio! Forse egli si darà pensiero di noi e non periremo».
1
«Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro
lampade, uscirono a incontrare lo sposo.
2 Cinque
di loro erano stolte e cinque avvedute;
3 le
stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell'olio;
4 mentre
le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell'olio nei vasi.
5
Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono.
6 Verso
mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo sposo, uscitegli incontro!"
7 Allora
tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade.
8 E le
stolte dissero alle avvedute: "Dateci del vostro olio, perché le nostre
lampade si spengono".
9 Ma le
avvedute risposero: "No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate
piuttosto dai venditori e compratevene!"
10 Ma,
mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte
entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa.
11 Più
tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: "Signore, Signore,
aprici!"
12 Ma
egli rispose: "Io vi dico in verità: Non vi conosco".
13
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
28 Circa
otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo,
e salì sul monte a pregare.
29
Mentre pregava, l'aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un
candore sfolgorante.
30 Ed
ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia,
31 i
quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi
in Gerusalemme.
32
Pietro e quelli che erano con lui erano oppressi dal sonno; e, quando si furono
svegliati, videro la sua gloria e i due uomini che erano con lui.
33 Come
questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bene che stiamo
qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non
sapeva quello che diceva.
34
Mentre parlava così, venne una nuvola che li avvolse; e i discepoli temettero
quando quelli entrarono nella nuvola.
35 E una
voce venne dalla nuvola, dicendo: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto:
ascoltatelo».
36
Mentre la voce parlava, Gesù si trovò solo. Ed essi tacquero e in quei giorni
non riferirono nulla a nessuno di quello che avevano visto.
Ci sono brani vetero e neo testamentari in cui nel sonno si riceve un messaggio divino (tra i tanti esempi, Genesi 28:10-22, Matteo 1:18-25), ma credo rappresentino un’altra situazione – in essi la rivelazione avviene nel sonno, non rischia di esserne ostacolata, e questo somiglia ai riti d'incubazione di altre religioni - in particolare nel culto di Asclepio.
Le considerazioni che faccio sono queste: penso che la
Trasfigurazione (nella versione di Luca – i passi paralleli di Matteo
17:1-13 e Marco
9:2-13 non vi fanno cenno) e l’agonia nel Getsemani parlino del sonno dei
discepoli per richiamarsi al sonno degli israeliti prima del dono della Torah – e qualificarsi come momenti
altrettanto forti della rivelazione.
Secondo la pagina
citata della Chaba”d, lo Zohar dice che Shime’on Bar
Yochai (approssimativamente, 135-170 EV) ed i pii della sua generazione
stavano svegli la notte di Shavu’ot
per onorare e preparare la “sposa” (Israele) che doveva maritarsi con lo “sposo”
(Dio).
Gli accademici si permettono di contraddire la Chaba”d e
sostenere che lo Zohar fu composto nel 13° Secolo (e non nel 2°) EV, e perciò
quello che dice di Shime’on Bar Yochai va preso con le pinze, ma è molto
interessante comunque il parallelo con la parabola delle dieci vergini di
Matteo 25 – in ambo i casi il sonno è da evitare, e nel caso delle vergini
stolte è la loro rovina: se non si fossero addormentate, si sarebbero accorte
che l’olio da lampada cominciava a scarseggiare e se lo sarebbero procurate per
tempo.
Nel Libro di Giona è evidente che è il profeta che ha bisogno
di conoscere Dio ed imparare le sue vie, più che i niniviti – e penso che il
sonno di Giona non sia un semplice segno di sventatezza, ma la premessa della
rivelazione che riceverà.
Un passo parallelo che propongo è Genesi
2:18-25:
18 Poi
Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che
sia adatto a lui».
19 Dio
il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli
uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e
perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato.
20
L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni
animale dei campi; ma per l'uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui.
21
Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull'uomo, che si
addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto
d'essa.
22 Dio
il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la
condusse all'uomo.
23
L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia
carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo».
24
Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno
una stessa carne.
25
L'uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna.
Penso che l’estrazione della donna da Adamo non abbia avuto
solo la funzione di dotarlo di una compagna, ed il sonno non sia stato solo un’“anestesia
generale”, ma anche qui il prerequisito alla rivelazione.
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