Problema di dialogo ecumenico/interreligioso
La nostra è una famiglia interreligiosa - io sono ebre*, mia moglie è valdese - ed una cosa che mia moglie mi ha chiesto è di leggere con lei "Un giorno una parola 2018", un lezionario quotidiano che riporta un brano dell'AT, uno dell'NT, una riflessione edificante non necessariamente di autore protestante (il 17 Gennaio 2018 è stato pubblicato un brano dell'ebreo Janusz Korczak), ed ulteriori consigli di letture bibliche.
Ora, pregare è una bella cosa, ma la preghiera è come una pratica erotica. Per giustificare il paragone non è necessario scomodare i mistici di molte religioni - basta rileggersi tutte le volte nella Bibbia in cui l'infedeltà d'Israele al suo Dio viene esplicitamente paragonata alla prostituzione (Osea 1:2 è solo il caso più evidente).
Ora siamo molto più pluralisti dei profeti d'Israele, e non ci adontiamo se ci sono persone che hanno una vita sessuale diversa dalla nostra, od amano persone che noi al massimo stimiamo. Ma un conto è stimare una persona, un altro conto ricevere la richiesta di fare l'amore con lei. Semplicemente, non è opportuno.
Il dialogo ecumenico/interreligioso non vuole portare tutti ad adorare la medesima divinità - vuole che tutte le persone si rispettino ed apprezzino il modo in cui ognuna si rapporta con il trascendente, anche se non si vuole adottarlo.
In molti incontri ecumenici/interreligiosi si recitano preghiere comuni, ma sono attentamente calibrate per non implicare un cambio di "affiliazione religiosa" o "comprensione teologica" in nessuno di coloro che le recitano - al contrario di quello che normalmente accade in una funzione unireligiosa, in cui la preghiera funge anche da "confessione di fede".
Il problema è simile a quello di più famiglie che si incontrano e si vogliono bene, ma evitano che i calorosi saluti diventino provocanti affettuosità - siamo abituati da millenni a questo genere di incontri, e regolare queste espressioni d'affetto è ormai quasi istintivo; non c'è ancora quest'abitudine negli incontri religiosi, e per questo occorre pensarci.
Come modo di pregare, "Un giorno una parola" è una buona idea, ma ci vorrebbe una versione ecumenica/interreligiosa dell'opera per famiglie come la nostra.
Raffaele Yona Ladu
Ebre* umanista gendervague
Soci* di Autistic Self Advocacy Network
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